lunedì 18 gennaio 2010

Il giorno che Haiti ci fece paura.



In questi giorni quello che noi Italiani proviamo per Haiti e la sua popolazione è dolore,compassione e solidarietà,ma 36 anni fà i sentimenti non furono esattamente gli stessi.Il 15 giugno del 1974 a Monaco di Baviera si giocò una partita fra la nostra Nazionale e quella di Haiti per il primo turno dei Campionati mondiali di calcio.L'Italia,vicecampione del mondo in carica,era considerata una delle maggiori pretendenti al titolo mentre la compagine caraibica giungeva per la prima volta alla fase finale.Dopo uno scialbo e deludente primo tempo Haiti passò in vantaggio ad inizio ripresa con una rete di Sanon;ricordo perfettamente il sentimento di terrore che pervase tutti noi che stavamo seguendo l'incontro e che tutto ci saremmo aspettati tranne che di andare sotto contro una squadra di dilettanti o quasi. Dopo 6 minuti fortunatamente arrivò il pareggio di Rivera e a seguire un'autorete ed un gol di Anastasi fissarono il punteggio sul 3 a 1 per gli azzurri.Questo risultato fu comunque determinante per l'eliminazione della nostra rappresentativa che in seguito pareggiò 1 a 1 contro la peggior Argentina della storia e venne sconfitta 2 a 1 dalla Polonia di Deyna,Lato e Szarmach,terminando così il girone a pari punti con i Sudamericani ma con una peggiore differenza reti.Grazie alla prematura eliminazione dell'Italia mi potei dedicare anima e corpo al tifo sfrenato per la squadra più rock'n'roll della storia del pallone : l'Olanda di Crujiff.
Ad anni di distanza c'è però un quesito che voglio porre ai nostri lettori.
Tutti quanti ricordano o sanno che nel 1976 la Nazionale italiana di tennis doveva giocare la finale di Coppa Davis in Cile e questo scatenò un sacco di polemiche sul fatto se fosse opportuno o meno scendere in campo contro la rappresentativa di un paese governato da una sanguinaria dittatura .Curioso il fatto che 2 anni prima nessuno si era sognato di sollevare la stessa questione morale nel momento in cui si seppe che avremmo dovuto giocare contro Haiti,all'epoca governata dal dittatore Jean Claude Chevalier meglio conosciuto come Baby Doc che, approfittando della confusione per la qualificazione al Mondiale,fece trucidare quarantamila oppositori al regime.Lo stesso avvenne anche in occasione del mondiale di calcio del 78 nell'Argentina di Videla,dittatura probabilmente anche più sanguinaria di quella cilena.Che cosa bisogna pensare? Che per il calcio si passa sopra a tutto ?
Per completezza di cronaca voglio ricordare che a quel mondiale del 74 oltre ad Haiti di Baby Doc c'erano anche il Cile di Pinochet,lo Zaire di Mubutu,la già citata Argentina di Peron,la Germania est di Honecker,La Jugoslavia di Tito,la Bulgaria e la Polonia senza dimenticare che neppure Uruguay e Brasile stavano messi benissimo.

11 commenti:

Lucien ha detto...

Io tifavo Olanda come un pazzo e specie nel '78 ci rimasi malissimo: adoravo Crujiff.

Noi però fummo gli unici a battere l'Argentina!

Venendo al discorso principale: nel mondo del calcio ci si è sempre fatti pochi scrupoli sia, per le dittature, come per il doping!

listener-mgneros ha detto...

Forese farebbe bene far vedere Invictus di clint Eastwood nelle scuole, ancora una volta il rugby...

Disco Boomer ha detto...

Tifavo Olanda e ci rimasi di merda quando persero la finale. Riguardo al mondiale del 78 ricordo ancora il rifiuto di Breitner e dell'infortunio "diplomatico" di Cruijff nel non andare a giocare da quegli assassini. Se poi ricordiamo l'andamento di quel mondiale pro Argentina, ovvero espulsione ingiustificata di due giocatori ungheresi in Argentina-Ungheria, un rigore negato ai francesi in Argentina-Francia, la pastetta fatta con i peruviani quando i padroni di casa dovevano vincere con sei gol di scarto a scapito del Brasile per andare in finale, e lo scandaloso arbitraggio dell'italiano Gonella nella finale tra Argentina e Olanda. Senza considerare che la squadra argentina più che da giocatori di calcio era formata da una banda di teppisti ai quali era concesso tutto.
Ah, durante la finale insieme ai generale era presente pure Licio Delli

giardigno65 ha detto...

lo sai che ci pensavo pure io a quella partita ? mi rimase in mente soprattutto il portiere ...

Euterpe ha detto...

@ lucien
hai ragione pure per il doping bisognerebbe avere una presa di posizione più netta anche da parte di noi tifosi.
@ listener
non conosco quel film ma ti ringrazio per avermelo segnalato cercherò di procurarmelo.
@ harmonica
nella partita Argentina perù tra il primo e secondo tempo nello spogliatoio peruviano entrò l'esercito con le armi in pugno,e mi sa che anch'io in quella situazione gli avrei lasciati segnare 6 gol
@ giardigno 65
Anch'io mi sono portato il ricordo di Francillon portiere haitiano per una vita.
Siamo gente strana!

Anonimo ha detto...

Ma senza andare a cercare lontano siamo in questo momento di fronte all'ennesima vergogna che il ondo del calcio ci propina . I cori razzisti rivolti ad alcuni giocatori di oggi e di ieri ne sono la dimostrazione. In fondo se abbiamo un giverno di destra e il minimo che ci meritiamo. tra l'altro simpatico il siparietto tra il Ministro Maroni e quel p......o di Fazio dove maroni dice:" No, noi non siamo un popolo di razzisti." E Fazio lo invita ancora per un altra puntata....


Giamp

Euterpe ha detto...

@ giamp
sono d'accordo al 100%.

silvano ha detto...

Fu una cosa verognosa specialmente il mondiale del 78 in Argentina, la dittatura fascista di Videla fece il pieno e fu legittimata agli occhi del mondo (almeno per un po'). Non so se il calcio in particolare abbia una sua specificità razzista, ma è un dato di fatto che dove girano molti e molti soldi, non ci si facciano molti scrupoli.

Ernest ha detto...

l'accostamento calcio, politica e dittatore l'ho già sentito da qualche parte?!?

Anonimo ha detto...

@ Ernest

Forse dalle parti di Milanello?

Giamp

Ernest ha detto...

uhm direi proprio di si