lunedì 29 giugno 2009

Gods of Metal 27/06/2009



Sabato l'Orecchio di Afrodite + ospite era presente alla prima giornata del Gods of Metal allo Stadio Brianteo di Monza. Naturalmente la più scarsa e meno preparata sull'argomento era la sottoscritta...non sono una metallara e non lo sono mai stata,ma mi considero rock e visto che il metal deriva dall'hard rock che è un genere di musica rock e visto che il festival era a circa 20 minuti da casa mia e visto che sarei stata accompagnata da due esperti in materia...bhe, CI SONO ANDATA. Naturalmente,una volta comprati i biglietti mi sono data una settimana di tempo per prepararmi (album prestati dall'altra metà dell'orecchio e youtube) e non arrivare all'appuntamento con gli dei del metal completamente sprovveduta. Ebbene, una volta varcati i cancelli del Brianteo mi si è aperto davanti agli occhi un nuovo mondo!Mi sono sentita un po' come Alice quando è caduta nella tana del bianconiglio. Pantaloni di pelle aderentissimi, capelli che sfioravano le anche di uomini completamente ricoperti di tatuaggi, calze a rete, stivali, fuseaux fucsia striati, magliette nere di gruppi a me spesso sconosciuti...non nego di essermi sentita un tantino fuori posto, ma anche molto affascinata da tutto ciò...Dopo un breve giro di perlustrazione, ci siamo seduti in tribuna, al riparo dal sole e dalla pioggia che ci ha sfiorati dopo poche ore respinta dalle divinità metal che non hanno tollerato di farsi rovinare la festa.
La prima esibizione che abbiamo visto è stata quella di Marty Friedman, ex chitarrista dei Megadeth, che sinceramente ho trovato un pò noioso...per carità, bravissimo musicista, ma ho aspettato invano per 30 minuti che spiccicasse due parole...Quindi è stato il turno degli Edguy di cui avevo ascoltato qualcosa durante la settimana e devo dire che dal vivo mi sono piaciuti molto, anche se l'altra metà dell'orecchio ha spento sul nascere il mio entusiasmo definendoli un pò banalotti...mi sono rifatta quando è salita sul palco Lita Ford da lui tanto attesa...mi sono accorta pure io che ha stonato un paio di volte...
I Queensryche sono stati veramente eccezzionali... questa volta concorda anche l'altra metà dell'orecchio, purtoppo per me però non hanno suonato le poche canzoni che conoscevo anche io...
I Tesla mi sono piaciuti tantissimo. Avevo ascoltato parecchia roba loro in settimana e avevo intuito che mi potessero piacere. In effetti la loro è stata l'esibizione che ho preferito; la voce del cantante poi mi ricorda tantissimo quella di Steven Tyler. Poco prima dell'esibizione degli Heaven&Hell la gente ha iniziato ad accalcarsi sotto il palco. Scenografia spettacolare riempita da due giganti statue di demoni e sovrastata da uno schermo che proiettava immagini a tempo con la musica. Mi hanno spiegato che il gruppo altri non è che la formazione dei Black Sabbath senza Ozzy Osbourne. Esibizione perfetta. E finalmente, è arrivato il momento dei Motley Crue. Mi aspettavo decisamente di più,hanno fatto il minimo indispensabile, ma mi ritengo comunque soddisfatta. Essendomi preparata meticolosamente nei giorni precedenti, ho riconosciuto quasi tutte le canzoni che hanno suonato. Purtoppo per la prima mezzora della loro esibizione il suono è stato pessimo. Ma il finale banale con Home Sweet Home mi è proprio piaciuto.
Conclusione della giornata: ero distrutta! E pensare che, dall'alto della mia ingenuità, mi ero lamentata con l'altra metà dell'orecchio, lui si che la sà lunga, perchè non mi aveva voluto portare allo stadio per l'apertura dei cancelli alle 10...

venerdì 26 giugno 2009

Caro Michael,......



Caro Michael,
da chi non sapeva cosa fosse un video musicale prima di aver visto il clip di Don't stop 'till You get enough nel 1979,
da chi odiava la discoteca ma si è buttato in pista perchè non si poteva non ballare Billie Jean,
da chi ha aspettato fuori dal negozio di dischi che arrivasse la prima copia di Bad perchè l'album di Michael bisognava averlo subito,
da chi appartiene alla generazione di We are the World,
da chi trovava conforto nelle parole di Heal the World in uno dei momenti più tristi della propria esistenza,
da chi pensa che la tua ingenuità infantile ti ha fatto commettere troppi errori ma è altresì convinto che tutti quelli che hanno sfruttato la tua generosità quando il gioco è finito ti hanno girato le spalle,
da chi non può e non vuole giudicare la persona ma onorerà sempre l'immenso artista,
grazie per tutto, e sappi che per noi non sei stato non sei e non sarai mai solo!

29/08/1958 - 25/06/2009



giovedì 18 giugno 2009

Maniaco dei...Maniaci



Premetto che ho meditato a lungo sull'opportunità di scrivere questa recensione, poichè, essendo uno scatenato fan dei Manic Street Preachers, può darsi che non disponga della lucidità necessaria per esprimere un giudizio equlibrato sull'argomento in questione,ma l'arte , grazie a Dio, è anche passione e sentimento quindi iniziamo pure.
In tipico stile Manics, senza troppa pubblicità ad annunciarlo, è uscito ormai da più di un mese Journal Plague for Lovers nuovo lavoro di una delle bands britanniche più influenti degli ultimi 20 anni.Sicuramente il paragone con i 2 capolavori del secolo scorso ( The Holy Bible ed Everything must go )non regge più di tanto ma ci manteniamo comunque su standard più che buoni.L'attacco, in sintonia con il resto dell'album è piuttosto duro e nervoso, ciò non toglie che l'opener Peeled Apples sia uno dei brani da me preferiti con la sua chitarra tagliente e il ritmo abbastanza sincopato.Segue il singolo Jackie Collins existential Question Time,il cui clip si può vedere all'inizio del post,brano con un testo che , se capito, in Italia potrebbe essere anche censurato.Altri momenti di spicco sono rappresentati da This Joke Sport severed con tanto di break alla A Day in the Life di pepperiana memoria,la title track e l'acustica Facing Page : Top Left con James Dean Bradfield a rivaleggiare con Freddy Mercury sulle corde dell'ugola e con Roger Waters su quelle dell'acustica.Ancora incazzati ( lo sono quasi sempre stati )in Marlon JD con finale quasi heavy e All is vanity senza respiro sin dall'inizio.Caratteristica che amplifica la sensazione di sfogo nevrotico è la durata delle canzoni in media non oltre i 3 minuti, quasi un tributo al loro amore per il Punk.I tre gallesi però sono sempre stati famosi per le grandi melodie e nel ritornello di Virginia State Epilpetic Colony ne troviamo una degna della loro migliore tradizione.A questo punto il meglio è già stato dato, da sottolineare solo che Williams last Words è cantata da Nicky Wire.Tirando le somme vi è da constatare che si tratta di un disco che si posiziona nella media degli ultimi 2 album ( Lifeblood e Send away the Tigers )e che dal punto di vista musicale non aggiunge molto alla storia del gruppo e del rock moderno.Bisogna però altrettanto riconoscere ai tre Manics una coerenza di atteggiamento piuttosto rara nello showbiz odierno che si riscontra nella costante voglia di essere sempre contro e, pur essendo consapevoli che la battaglia ideologica è stata persa,nella certezza che la bandiera bianca non verrà mai issata.

lunedì 15 giugno 2009

Sogno di una notte di inizio Estate

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A volte capita nella vita che aspetti un qualcosa a cui tieni moltissimo e magari lo attendi pure da tanto tempo perchè per un sacco di motivi strani prima non era potuto essere.Purtroppo l'esperienza insegna che l'eccessiva aspettativa finisce quasi sempre per essere disattesa poichè il sogno e l'illusione non coincidono con la realtà.Tutto questo comunque la sera di sabato 13 giugno 2009 al Forum di Milano-Assago non si è verificato perchè dopo aver sperato per quasi 30 anni di riuscire a vedere gli Eagles in concerto ci sono finalmente riuscito ed è stato pure meglio di quanto mi potessi augurare od immaginare.Con una decina di minuti di ritardo sull'orario di inizio previsto le 4 aquile si sono presentate sul palco verso le 20.45 indossando la stessa tenuta ( che sia una divisa?)composta da vestito scuro, camicia bianca e cravatta.Il primo brano è stato come era prevedibile How long ,canzone che apre anche l'ultimo album della band.Impressionante la qualità del suono , ma si sa che difficilmente gli americani da questo punto di vista si fanno cogliere in fallo al contrario dei loro colleghi britannici che lasciano molto di più a desiderare.Si prosegue col concerto e dopo altri 2 brani da Long Road out of Eden arriviamo al primo collasso della serata :dopo una strana intro con la tromba ( che comunque fa molto Messico)parte Hotel California.....delirio....Don Henley anche se con qualche grattatina sul finale riesce ancora a cantarla tutta e Joe Walsh non delude sul mitico assolo di chitarra che pochi anni fa è stato votato come il migliore della storia del rock, anche se su questo non sono molto d'accordo.Il seguito dello show trasforma il Forum in un enorme karaoke perchè sono i superclassici a farla da padroni con nell'ordine Peaceful easy Feeling,I can't tell You why,Witchy Women,Lyin'Eyes,In the City e The long Run con un inatteso regalo nel mezzo di questi capolavori, Don Henley infatti ha riproposto il suo grande successo da solista The Boys of Summer, un vero tuffo al cuore per tutti i vecchi appassionati di football americano.Come nello sport pausa di 10 minuti e poi si riparte con altre 3 stupende tracce dal nuovo album che per la cronaca nei soli Stati Uniti ha venduto 5 milioni di copie alla faccia dello scarico selvaggio.C'è lo spazio per ricordare anche l'album del 94 Hell freezes over con la grande ballad Love will keep us alive eseguita alla perfezione da un Timothy B.Scmit in grande spolvero; poi si canta ancora con Take it to the Limit ( da lacrime )e One of these nights.La parte finale è molto più rock e assurge a grande protagonista Joe Walsh che dei 4 è anche quello che ha più voce.Ovviamente c'è modo di introdurre gli strumentisti tutti di grande professionalità e si arriva alla fine con l'energia di Heartache tonight e Life in the fast Lane.Tutti a casa? Certo che no , il despota Glenn Frey richiama i compagni sul palco per i bis e attacca Take it Easy, il Manifesto del sound degli Eagles, seguita da un bluesaccio che non può mancare mai e gran finale ( stavolta davvero! sigh!)con Desperado.Col fatto comunque che tutti devono fare le riprese o le foto col cellulare adesso ai concerti non si usano più gli accendini sulle canzoni d'atmosfera....che tristezza!! Totale tre ore di concerto per un gruppo che ha 37 anni di storia.Onestamente non avevo osato sperare che suonassero e cantassero così tanto e così bene.Quando poi si ascolta la colonna sonora della propria vita la percezione della dimensione temporale si altera e quelle tre ore sono davvero passate troppo in fretta e mi è sinceramente dispiaciuto doverli salutare...tra l'altro Tequila Sunrise me la potevano anche fare!Scherzi a parte vederli dal vivo mi ha fatto capire che una ragione per cui il disco più venduto della storia negli Stati Uniti sia loro c'è.Nel frattempo attendendo un improbabile loro ritorno in Italia ci consoleremo con le immagini di questo concerto che hanno riempito You Tube e che vi consiglio di visionare.All'inizio di questo post per la cronaca ho inserito la versione di I Can't tell You why.
Sulle ali delle aquile il sogno e la fantasia non smetteranno mai di volare.

martedì 9 giugno 2009

Saor Patrol

Domenica pomeriggio a Calusco (Bg) ho avuto l'occasione di vedere lo spettacolo degli Saor Patrol, gruppo folkloristico scozzese che deve il suo nome alla parola gaelica Saorsa che significa libertà. Con i loro spettacoli riescono a riportare dal passato al ventunesimo secolo il suono unico della Scozia trascinando il pubblico indietro nel tempo col suono energico delle loro percussioni e cornamuse. Gli Saor Patrol si esibiscono in numerosi festival e manifestazioni pubbliche/private per portare un assaggio di Scozia in giro per il mondo. La loro musica può essere definita musica tribale o rock celtico. Dalla musica tradizionale scozzese si sono evoluti diversi altri generi come il Bluegrass e il Rockabilly.

I componenti degli Saor Patrol sono tutti i volontari della Clanrandal trust for Scozia, organizzazione che si occupa della preservazione della cultura scozzese (http://www.clanranald.org/cln1/home) . Al momento con i loro spettacoli e la vendita del loro merchandising stanno raccogliendo fondi per la realizzazione del Duncarron Fort, la replica di un Villaggio Scozzese Medievale con fortezza da utilizzarsi come attrazione educativa interattiva.

domenica 7 giugno 2009

Cheesecake

L'altra metà dell'orecchio è solita descrivere le mie capacità culinarie dicendo "la sua specialità in cucina? la pasta col burro!" ebbene...non è vero,o meglio, so fare anche altre cose!Per esempio la cheesecake che ho preparato venerdi pomeriggio. Apro quindi oggi l'occasionale rubrica culinaria ,della quale mi servirò per presentare su questo blog i miei esperimenti in cucina, Se cucino io, possono cucinare tutti!

ingredienti
250 gr biscotti secchi
80 gr burro fuso
2 fogli colla di pesce
250 gr ricotta
250 gr yogurt ( alla vaniglia)
2 cucchiai di zucchero
1/2 bicchiere di latte
1/2 scorza di limone grattuggiata
1 confezione di lamponi

Preparazione
1)Versate nel mixer i biscotti col burro fuso. Versate poi il composto sulla carta da forno in una teglia e distribuitelo bene affinché la superficie risulti liscia e mettete in forno a 180° per dieci minuti.
2)In un pentolino versate il latte, fatelo scaldare e unite i due fogli di colla di pesce che dovete far sciogliere.
3)Mettete nel mixer lo zucchero, la ricotta, lo yogurt e il latte con la colla di pesce sciolta. Frullate il tutto. Aggiungete la scorza di limone grattuggiata e mescolate.
4)Versate la crema ottenuta sulla base di biscotti tolta dal forno.
5)Mettete in frigorifero per almeno 3 ore e mezza.
6)Guarnite con i lamponi.
BUON APPETITO

mercoledì 3 giugno 2009

Concept Punk ?



Dopo quasi 5 anni dalla pubblicazione del fortunatissimo American Idiot ritornano i Green Day col nuovo album 21st Century Breakdown.Come nel caso del suo predecessore anche questa volta i tre musicisti di Oakland si cimentano con un concept-album ; se in American Idiot il tema portante era l'attacco frontale alla politica dell'allora presidente U.S.A. ora Billy Joe e soci si concentrano sulle sfaccettature della moderna società viste attraverso gli occhi di una coppia di giovani. Rispetto al passato dal punto di visto musicale c'è un ulteriore ampliamento degli orizzonti e quindi delle più o meno volontarie citazioni. Pronti via e dopo una breve intro stile musical siamo già ad omaggiare gli Asia ( megaband degli anni 80 ) con la titletrack che riporta al ritornello di Heat of the Moment alla faccia del Punk !Il brano successivo Know your Enemy ,che è anche il primo singolo,rientra molto di più nei canoni della musica che ha reso famosi i Green day con un riff potente che accompagna il brano dall'inizio alla fine. Continuando nell'ascolto ci si rende conto che l'Europa è ben presente dal punto di vista dell'ispirazione compositiva nella mente dei 3 americani visto che la ballad Last Night on Earth pare rubata all'ugola di Liam Gallagher ( beatlesiana mi sembrava eccessivo ).I Fab 4 vengono invece tirati in ballo in Restless Heart Syndrome dove il rimando è alla mitica While my Guitar gently weeps.L'intro di Last American Girls è un copia incolla di Starlight dei Muse, dopo diventava difficile perchè il chitarrista dei Muse è molto bravo...Ma chicca delle chicche è quello che sarà il prossimo singolo ovverossia 21 Guns dove il classico clonato è All the Young Dudes dei Mott the Hoople brano scritto da David Bowie nel 72!?!Dulcis in fundo c'è spazio anche per gli amanti del trash infatti Peacemaker non avrebbe sfigurato al fianco di uno delle tante songs di pop balcanico presentate all'Eurofestival.Il resto dei 18 brani che completano il lavoro sono invece più riconducibili al classico power pop ( il punk era un'altra cosa ) che ha sempre caratterizzato il sound della band.
In conclusione 21st Century Breakdown non sfigurerà di certo ,come vendite e gradimento del pubblico, nel paragone con American Idiot ma i grandi Concept albums lasciamoli a chi li sapeva fare ( Pink Floyd , Genesis etc...).Nonostante ciò questo disco sarà sicuramente una delle mie personali colonne sonore per l'incipiente stagione estiva.

lunedì 1 giugno 2009

minigolf

Sabato sera l'orecchio di Afrodite è andato a giocare a minigolf a Carenno (Lc). Reduci da anni di allenamenti in territorio ellenico (Creta) ci siamo sfidati "in casa". Dopo una strada piuttosto tortuosa parcheggiamo l'auto e ci dirigiamo al barettino del centro sportivo per noleggiare l'attrezzatura...4 euro a testa per mazza,pallina, foglietto segnapunti e biro. Perlustrazione del campo e delle 18 buche.
Siamo gli unici che giocano. Niente pubblico. Inizia l'altra metà dell'orecchio, per farmi prendere confidenza, così dice, visto che lui ha alle spalle anni di allenamenti e un secondo posto ad un torneo organizzato anni fa su quel campo. Naturalmente lui è un esperto ANCHE di minigolf...studia ogni buca, controlla l'angolazione del tiro, le ombre, il vento, la potenza, SEGUE LE REGOLE DEL GIOCO scritte dietro il foglietto segnapunti...io colpisco a caso la pallina sperando di passare l'ostacolo al primo colpo e di avvicinarmi il più possibile al buco...mi muovo goffamente, tiro a vuoto, butto fuori dalla pista la pallina un paio di volte, la fortuna mi da' una mano...dopo due ore e due partite decrtetiamo il vincitore della serata. IO SONO IL VINCITORE...MORALE.