giovedì 18 giugno 2009

Maniaco dei...Maniaci



Premetto che ho meditato a lungo sull'opportunità di scrivere questa recensione, poichè, essendo uno scatenato fan dei Manic Street Preachers, può darsi che non disponga della lucidità necessaria per esprimere un giudizio equlibrato sull'argomento in questione,ma l'arte , grazie a Dio, è anche passione e sentimento quindi iniziamo pure.
In tipico stile Manics, senza troppa pubblicità ad annunciarlo, è uscito ormai da più di un mese Journal Plague for Lovers nuovo lavoro di una delle bands britanniche più influenti degli ultimi 20 anni.Sicuramente il paragone con i 2 capolavori del secolo scorso ( The Holy Bible ed Everything must go )non regge più di tanto ma ci manteniamo comunque su standard più che buoni.L'attacco, in sintonia con il resto dell'album è piuttosto duro e nervoso, ciò non toglie che l'opener Peeled Apples sia uno dei brani da me preferiti con la sua chitarra tagliente e il ritmo abbastanza sincopato.Segue il singolo Jackie Collins existential Question Time,il cui clip si può vedere all'inizio del post,brano con un testo che , se capito, in Italia potrebbe essere anche censurato.Altri momenti di spicco sono rappresentati da This Joke Sport severed con tanto di break alla A Day in the Life di pepperiana memoria,la title track e l'acustica Facing Page : Top Left con James Dean Bradfield a rivaleggiare con Freddy Mercury sulle corde dell'ugola e con Roger Waters su quelle dell'acustica.Ancora incazzati ( lo sono quasi sempre stati )in Marlon JD con finale quasi heavy e All is vanity senza respiro sin dall'inizio.Caratteristica che amplifica la sensazione di sfogo nevrotico è la durata delle canzoni in media non oltre i 3 minuti, quasi un tributo al loro amore per il Punk.I tre gallesi però sono sempre stati famosi per le grandi melodie e nel ritornello di Virginia State Epilpetic Colony ne troviamo una degna della loro migliore tradizione.A questo punto il meglio è già stato dato, da sottolineare solo che Williams last Words è cantata da Nicky Wire.Tirando le somme vi è da constatare che si tratta di un disco che si posiziona nella media degli ultimi 2 album ( Lifeblood e Send away the Tigers )e che dal punto di vista musicale non aggiunge molto alla storia del gruppo e del rock moderno.Bisogna però altrettanto riconoscere ai tre Manics una coerenza di atteggiamento piuttosto rara nello showbiz odierno che si riscontra nella costante voglia di essere sempre contro e, pur essendo consapevoli che la battaglia ideologica è stata persa,nella certezza che la bandiera bianca non verrà mai issata.

2 commenti:

Lauretta ha detto...

allora...l'album mi è piaciuto subito al primo ascolto...ma dopo questo post sono andata a cercare il testo del singolo spinta da quel "..se capito in italia potrebbe anche essere censurato"...ok,me lo sono traducchiato e da allora ho una fastidiosa sensazione di non averlo capito veramente...HELP!

matteo ha detto...

Un po'di pubblicità gratuita gliela hanno fatta i supermercati che si sono rifiutati di esporre il disco perchè la copertina era "offensivo"...
adesso vorrei recuperare la versione deluxe dell'album perchè contiene anche tutte le versioni demo