sabato 23 maggio 2009

Un’astemia al Pils Pride

C’è sempre una prima volta per tutto. Quest’anno c’è stata la mia prima volta al Pills Pride del Birrificio Italiano di Lurago Marinone (Co). Niente di particolare se non fosse che io sono astemia…qualità molto apprezzata dai miei tre compagni di avventura che hanno potuto degustare tutto quello che hanno voluto sapendo che tanto poi avrei guidato io! Io ho l’innata capacità di dire la cosa sbagliata al momento giusto o la cosa giusta al momento sbagliato. “Scusate, ma cosa vuol dire Pills ?”. E’ comparsa a tutti e tre l’espressione da “oh mio dio,ma tu non sai nemmeno cosa stai facendo?!”. Fortunatamente mi trovavo in compagnia di persone informate sui fatti… – Pills: tipologia di birra che trae il nome da Pilsen, la città ceca in cui è nata e nella quale viene tuttora prodotta la famosa Pilsner Urquell. Molto apprezzato questo stile birrario si è diffuso in diversi Paesi dove vengono prodotte birre denominate pils o pilsener. Le pils sono birre a bassa fermentazione, di color oro pallido e in genere molto luppolate, il che conferisce un tocco di amarognolo in più (le pils bavaresi, al contrario, sono meno amare), gusto secco, pulito. Schiuma abbondante con perlage finissimo. Si bevono in calici flute.-

Appena entrati nel locale i miei tre esperti si forniscono di calice da degustazione dietro pagamento di una cauzione (2euro) e si avventurano nell’analisi delle Pills presentate per la serata…analisi che è proseguita per tutta la serata. La mia ossessione era quella di non riuscire a bere nulla. “ma questi ce l’avranno un bicchiere d’acqua per me?”. L’altra parte dell’orecchio (di Afrodite) si è sacrificato ed è riuscito a procurarmi una bottiglietta di coca cola. Comunque non sono stata l’unica a bere coca cola….nel tavolo dietro il nostro c’erano due bambini…

L’evento è una sorta di mini-festival monotematico incentrato su un unico stile birraio. L’idea di un festival dedicato solo ed esclusivamente alle Pils nasce dall’esigenza di restituire la giusta dignità a uno stile che più di ogni altro è stato devastato negli anni dai prodotti industriali. Le pils non prevedono altro che acqua, lieviti, malto e luppolo; il risultato finale si gioca quasi completamente sull’abilità nel bilanciare gli aromi e il dolce del malto con gli aromi e l’amaro del luppolo. Questa semplicità rappresenta invece la vera sfida per chi produce pilsner: i margini di errore sono minimi e l’abilità del birraio sta proprio nel realizzare qualcosa di particolare muovendosi all’interno di confini rigidamente prestabiliti.

Insomma, una pensa di uscire a bersi una birra in compagnia, emm una coca cola…, e invece scopre un nuovo mondo!


3 commenti:

matteo ha detto...

PiLLs pride: l'orgoglio degli impasticcati :-)

Euterpe ha detto...

ok,ok...ho sbagliato...mi è scappata una elle di troppo...si scrive PILS e non PILLS

matteo ha detto...

Evvabbbè non correggi?!?!!?