Appena entrati nel locale i miei tre esperti si forniscono di calice da degustazione dietro pagamento di una cauzione (2euro) e si avventurano nell’analisi delle Pills presentate per la serata…analisi che è proseguita per tutta la serata. La mia ossessione era quella di non riuscire a bere nulla. “ma questi ce l’avranno un bicchiere d’acqua per me?”. L’altra parte dell’orecchio (di Afrodite) si è sacrificato ed è riuscito a procurarmi una bottiglietta di coca cola. Comunque non sono stata l’unica a bere coca cola….nel tavolo dietro il nostro c’erano due bambini…
L’evento è una sorta di mini-festival monotematico incentrato su un unico stile birraio. L’idea di un festival dedicato solo ed esclusivamente alle Pils nasce dall’esigenza di restituire la giusta dignità a uno stile che più di ogni altro è stato devastato negli anni dai prodotti industriali. Le pils non prevedono altro che acqua, lieviti, malto e luppolo; il risultato finale si gioca quasi completamente sull’abilità nel bilanciare gli aromi e il dolce del malto con gli aromi e l’amaro del luppolo. Questa semplicità rappresenta invece la vera sfida per chi produce pilsner: i margini di errore sono minimi e l’abilità del birraio sta proprio nel realizzare qualcosa di particolare muovendosi all’interno di confini rigidamente prestabiliti.
Insomma, una pensa di uscire a bersi una birra in compagnia, emm una coca cola…, e invece scopre un nuovo mondo!
3 commenti:
PiLLs pride: l'orgoglio degli impasticcati :-)
ok,ok...ho sbagliato...mi è scappata una elle di troppo...si scrive PILS e non PILLS
Evvabbbè non correggi?!?!!?
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