lunedì 25 maggio 2009

Monolitici Depeche

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I Depeche Mode sono forse l'unico gruppo degli anni 80 insieme agli U2 ad essere riuscito a passare indenne dall'orrore degli anni 90 e ad aver mantenuto l'ampio consenso di pubblico anche nella prima decade del nuovo millennio.Da poche settimane comunque è stato dato alle stampe Sounds of The Universe nuovo album della band inglese.Se qualcuno sperava ( ma perchè poi ? ) di trovare qualche segno di innovazione nel sound del gruppo sicuramente ne rimarrà deluso;il disco suona dark e new wave che più non si può.L'opera si apre con In chains ,uno dei brani più lunghi dell'album,che pare estratto da Songs from the Big Chair dei Tears for Fears, si passa poi a Hole to feed che nel refrain ricorda la melodia di The House of The rising Sun e si arriva quindi a Wrong ,primo singolo, che ha anticipato l'album di circa un mese e che si pone nella lunga schiera delle Depeche song stile Personal Jesus.Seguono poi 2 dei migliori brani della raccolta come Fragile Tension, classica ballata elettrica, che sicuramente piacerà ai nuovi fans di questo genere e Little soul con la sua dotta citazione nel finale del brano dove il riff di chitarra omaggia i Genesis di I can't dance.Entriamo poi nella parte meno riuscita dell'album con la banale In Sympathy l'inquietante Peace che ricorda in alcuni passaggi la Dreamdance alla Robert Miles e l'inutile strumentale Spacewalker, unico punto degno di nota la disperata Come back.La parte conclusiva del disco però riserva ancora qualche dimostrazione di classe cominciando dalla irresistibile melodia di Miles Away, l'incredibile ballata intimista Jezebel ai confini della lounge music nonchè unico brano non cantato da Dave Gahan e finalone in stile con la grintosa Corrupt.
Principale difetto del disco l'inevitabile manierismo di una Band giunta alle porte dei trent'anni di carriera.Ciononostante in un periodo come quello che stiamo vivendo dove questo genere musicale è tornato prepotentemente alla ribalta meglio ascoltare gli originali che degli improbabili epigoni.

3 commenti:

matteo ha detto...

Perchè l'"orrore degli anni 90"? Musicalmente è forse il mio periodo preferito...

Euterpe ha detto...

é normale che i 90 ti piacciano perchè li hai vissuti come per me gli 80, ma paragonati ai periodi precedenti peccano di originalità e soprattutto di qualità.il confronto con la fine dei 60 e l'inizio dei 70 è improponibile

matteo ha detto...

Ok, però orrore mi sembrava esagerato...