L'ORECCHIO DI AFRODITE
mercoledì 29 aprile 2009
Ben Harper o Relentless 7 ?
E' uscito da poco più di una settimana il nuovo album di Ben Harper con i Relentless 7,
White lies for Dark times
, anticipato di non molto dal singolo
Shimmer and shine
che potete ascoltare dal vivo all'inizio di questo post.
Vi è subito da sottolineare il fatto che lo stesso Ben non avrebbe voluto che il suo nome comparisse al fianco di quello della band di cui lui si sente membro e per questo motivo il disco doveva essere solo ed unicamente un disco dei Relentless 7. La casa discografica però temendo che il progetto potesse avere meno risonanza ha imposto che comparisse anche il nome di Ben sulla copertina. Detto ciò cominciamo a parlare dell'album che molto probabilmente scontenterà parecchio i fans del Ben Harper soul e spiritual degli ultimi anni e parzialmente quelli dei primi dischi. A me invece che fan di Ben Harper non sono mai stato, pur senza disdegnarlo, questo disco piace.
Trattasi difatti di un' opera che paga un forte tributo alla grande tradizione rock e blues americana. L'intro di batteria del singolo
shimmer and shine
è un chiaro richiamo ai Pearl Jam di Evolution e anche il resto del brano è ampiamente accostabile alla produzione della band di Seattle di cui Harper anni addietro è stato gruppo spalla. Proseguendo nelle citazioni l'opener
number with no name
e
why must you always dress in black
( uno dei 2 pezzi migliori del disco ) sembrano usciti da Brothers and Sisters della Allman Brothers Band, mentre su
lay there and hate me
si vola al Dylan di Slow train coming e nella ballad blues
skin thin
ci si ispira ai Black Crowes ( she talks to angels però resta lontana ).Non manca neanche un tocco di U2 nel riff iniziale di
boots like these
( vedi desire ) e una srizzatina d'occhio ai Kings of Leon in
up to you now
probabile secondo singolo. Il brano migliore dell'album è comunque
keep it together
con spruzzate psichedeliche di vaga matrice hendrxiana ( anche se Jimi resta su un altro pianeta).
Fly one time
e
word suicide
non aggiungono molto all'economia del lavoro al contrario dell'ultimo brano
faithully remain
che restituisce ai fans di Diamonds on the inside il loro eroe.
In conclusione si può affermare che questo è senza dubbio un album valido di cui consiglio l'acquisto o il download; pecca principale la mancanza di originalità compositiva per il resto c'è tutto della musica americana : passato remoto, passato prossimo e presente manca solo il futuro....ma quello come diceva Joe Strummer non è scritto!
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