sabato 20 agosto 2011

What a Little Bit of Love Can Do

E' uscito martedì 16 agosto,a distanza di undici anni dal primo,il nuovo lavoro discografico di Jeff Bridges. Non nascondo che sia stato impossibile accingersi all'ascolto dell'album senza pensare al Bad Blake,cantante country sul viale del tramonto, di Crazy Heart che è valso l'oscar a Bridges come miglior attore protagonista l'anno scorso.E in effetti, il singolo scelto per il lancio dell'album sembra essere uscito dalla colonna sonora del film in questione,complice la presenza di quel Ryan Bingham che ha scritto e cantato la canzone premio oscar The Weary Kind,tema portante della pellicola.
A Jeff non manca poi il phisique du role del cantante country che porta sul volto i segni di una vita vissuta abbastanza da essere cantata e credibilmente condivisa con il suo pubblico.



Ma attenzione,spesso l'apparenza inganna.A partire dalla seconda traccia l'atmosfera cambia.Una sottile coltre di polverre sembra ricoprire tutto inducendomi ad ascoltare le restanti canzoni in cuffia per ricreare quel silenzio necessario per apprezzare la profonda voce di Jeff che traccia dopo traccia si infila sotto pelle fino a raggiungere ed accarezzare delicatamente le corde dell'anima. La voce a tratti sofferente e l'andamento lento sembrano quasi rivelare una stanchezza mascherata dai personaggi interpretati sul grande schermo,e da una invidiabile prestanza fisica nonostante abbia superato la sessantina, che trova invece nella musica la sua valvola di sfogo.Le presenze importanti dell'album,Ryan Bingham e Rosanne Cash fra tutti,non oscurano Bridges, ma lo accompagnano in questo viaggio musicale nel silenzio della sua anima.

What a Little Bito of Love Can Do
Everithing But Love
Either Way
The Quest

3 commenti:

Zio Scriba ha detto...

Colossale Jeff!!
E colossale la mia ignoranza: avevo visto e gustato il meraviglioso Crazy Heart, ma finora non sapevo che lui fosse davvero anche cantante.
Ciao!! :D

riccardo uccheddu ha detto...

Il country rimane uno dei miei primi amori musicali (gli altri sono il rock, il gospel ed il blues).
Muddy Waters, the Hoochie coochie man definì il country "the white man blues", il lamento o il blues dell'uomo bianco.
In effetti, tra blues e country esistono diverse affinità: entrambi gli stili musicali parlano spesso d'alcol, problemi con la giustizia, con le donne, di un senso di sfortuna e d'angoscia quasi metafisico, qualche volta addrittura satanico...
Parlo ovviamente del vero country, che probabilmente è quello coltivato dal buon Jeff.
Salutone!

Anonimo ha detto...

Today is virtuous poorly, isn't it?