martedì 16 marzo 2010

Le Automobili della mia felicità



Uno degli album che a mio parere meglio rappresentano , come spirito, gli anni 80 è senza dubbio Heratbeat City dei Cars. La formazione guidata da Ric Ocasek l'avevo scoperta nell' 81 grazie al brano Shake it up, ma il successo planetario il gruppo lo raggiunse nell' 84 con questo disco che contiene oltre a You might think, che potete ascoltare ad inizio post, altri brani fondamentali come Hello again, Magic, Heartbeat city e soprattutto la famosissima Drive. Avrei potuto postare a titolo emblematico proprio Drive ma vi devo confessare che l'abuso mediatico di quel brano me l'ha portata ben oltre il livello di saturazione quindi ho preferito optare per un altro pezzo più adatto all'ambiente delle feste di quel periodo. Una volta superato il noioso clichè delle critiche all'edonismo reaganiano e a quegli anni vuoti e fatti solo di esteriorità ci si può lasciare andare tranquillamente a questi inni da teenager della Mtv generation di cui ho fatto parte e che mai rinnegherò. Sono perfettamente conscio dell'assoluta mancanza di contenuto ma sono anche troppo legato affettivamente ad un periodo di sano divertimento che custodisco gelosamente dentro di me e che ricordo sempre con molto piacere. Superficiale e patetico? Può anche darsi.

33 commenti:

Maurizio Pratelli ha detto...

Adoravo Candy-O, ora è uscito un box con 4 loro cd a poco più di 20 euro

Resto In Ascolto ha detto...

ogni tanto riguardo il live-aid ... gli anni '80 per quanto sempre criticatissimi a livello musicale (spesso a ragione) per quanto non ho trovato una persona, che sia una, che non ha una canzone-ricordo legato a quegli anni. e anch'io ho la mia bella compilation.

Ernest ha detto...

guarda è un periodo che in casa mia la musica anni 80 va di moda!
saluti

Zio Scriba ha detto...

Mah, queste generalizzazioni decennali mi sanno sempre di giochino classificatorio e nulla più. Che poi, giudicare "vuoti" gli anni 80 (ma il 1979 e il 1990 cos'avevano di meglio?) dal basso della pozzanghera in cui sguazziamo adesso mi pare pure un po' umoristico... Io non ho ricordi così disgustosi: dipenderà dal fatto che negli "anni 80" i MIEI anni andavano dai 13 ai 22?

silvano ha detto...

Pensa che li ho tutti i vinili dei Cars...e mi ricordo che adoravo la copertina di Candy -O.
Chissà perchè?!?!

Stefania248 ha detto...

Sicuramente la passavano alla trasmissione "Popcorn". Te la ricordi?

Greis ha detto...

Ma ve la ricordate la complilation
- '80 Voglia Disco Party-? ;-)
Io, tra i 45 tamarri, annovero FR David e la sua Uooordoncamisiii...
Mentre scrivo, invece, riguardo le copertine di Sneaking Out the Back Door dei Matt Bianco e Wouldn't it be good del mesciato stracotonaterrimo Nik Kershaw.
Acquistati entrambi l'11 giugno 1984..come attesta il timbro del rivenditore...che tra l'altro..sigh...sob..sigh..intanto..ha anche chiuso bottega.

AbbracceBBaci da una diversamente alta che ha imparato l'inglese grazie ai video sing song di DeeJay Television!

Disco Boomer ha detto...

allora sono superficiale e patetico anch'io. i Cars erano un grande gruppo, poi avevo preso una tranvata per la pupa del video ;o)

unwise ha detto...

li ho sempre trovati gradevoli. certo è roba leggera,ma ricordiamoci che a quei tempi la tecnologia, specialmente in sala di registrazione, era ancora abbastanza "verde". i musicisti lavoravano ancora parecchio "a mano". oggi inpratica non esiste più un disco che non sia ritoccato, temporizzatoo "quadrato" con il computer. leggeri ok, ma sempre tanto di cappello!

allelimo ha detto...
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allelimo ha detto...
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Euterpe ha detto...

@ maurizio e silvano
per il 79 candy o era una signora copertina anzi che dico una signorina!
@ resto in ascolto
quando hai voglia aspetto la tua compilation
@ a casa mia non sono ,mai passati di moda
@ ma Zio allora non siamo coetanei ,sono un anno più vecchio di te :-(
@ stefania
guardavo popcorn tutti i pomeriggi su canale 5 mangiando pizzette catarì e dorè saiwa.Più 80 di così si muore
@ grace
che bell'anno l'84 ! Matt bianco però non era tamarro Nik Kershaw un po' di più,mentre FR david lo era abbastanza anche se words aveva il suo fascino perverso in quell'autunno dell'82 quando uscì.
@ harmonica
buon sangue non mente fratello ;-)
@ unwise
me ne tolgo anche 2 di cappelli
@ allelimo
abbiamo molto più in comune di quanto credessi.
Digitale o no comunque grande Donald!

Greis ha detto...

No no, i Matt Bianco non erano affatto tamarri..anzi...
Mi riferivo a David..che poi FR..stava per?
Mah...o non l'ho mai saputo, oppure l'ho dimenticato...
Però quanti lentoni con quella canzone..e via di SCOPAAAAAAA!

ReAnto ha detto...

Geniale quell'Ocasek!

Euterpe ha detto...

@ grace
F stava per Fitoussi il cognome e R per Robert il nome
@ ReAnto
Già proprio un bel tipo Riccardino Ocasecca

Greis ha detto...

FencsElot!:-)

Stefania248 ha detto...

Euterpe: allora sei degli anni 60???

Euterpe ha detto...

@ stefania
66 per la precisione l'anno di revolver,aftermath,pet sounds,face to face etc.etc. ma anche di Dio come ti amo ( purtroppo )

DiamondDog ha detto...

Il capolavoro di uno dei più grandi gruppi pop degli '80. Peraltro prodotto da "Mutt" Lange.
Ric Ocasek, mente delle Automobili, si rivelerà poi a sua volta grande produttore.
Sugli anni '80 sai benissimo come la penso, sono stati fondamentali per lo sviluppo della musica a venire. C'era tanta fuffa ma vi brillavano pietre preziose di ogni genere. Un decennio da non guardare in superficie ma da scavare.

unwise ha detto...

@Allelimo: dai computer degli anni 80 a quelli dei giorni nostri mi pare ci sia una bella differenza...e cmq se ne abusa parecchio. adesso saper tenere in mano uno strumento è quasi superfluo, e i risultati non mancano. ho finito da non molto di registrare, e non ti dico cosa ho visto fare in studio. io, che sono ancora di vecchio stampo, suono un pezzo dall'inizio alla fine, ma non lo fa più nessuno (è già tanto se uno suona). per le voci poi, lasciamo perdere! certo se fanno cantare anche tiziano ferro...

allelimo ha detto...
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unwise ha detto...

@Allelimo: oi la vedo da un'altra prospettiva. lo studio dovrebbe immortalare la capacità di un artista (o gruppo), quanto più fedelmente possibile. fare della fantascienza in studio e fare schifo dal vivo credo non sia una gran bella cosa (considerato quello che costano i concerti poi...). qualche messa a punto e qualche effettino si può anche accettare, ma non fare di un cane un tenore (e purtroppo si può)

allelimo ha detto...
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unwise ha detto...

c'è una bella differenza fra "qualche ritocco" come nel caso degli who, e il far suonare perfetto un gruppo che non sa stare a tempo, o far diventare pavarotti uno che non ha nemmeno l'idea dell'intonazione. ed è una cosa che ho visto succedere. questo tipo di "editing correttivo" non si poteva fare quando dovevi tagliare e cucire invece che fare copy\paste. poi un gruppo può anche essere grezzo, può fare errori (il primo Van Halen era tutt'altro che quadrato, ma strasuonava - come impatto intendo, la tecnica era un di più). sono sicuro che se i ramones avessero avuto lo stesso trattamento, i loro dischi non sarebbero stati così d'impatto, anzi l'aderenza al metronomo li scaricherebbe parecchio. per fare un bel disco non bisogna essere dei mostri di tecnica, ma qualcosa bisogna pur saper fare. se gente che è assolutamente incapace (e ce ne sono) esce con un disco perfetto, secondo me si chiama falsificazione...

DiamondDog ha detto...

Ale, se vuoi parlare di pippaioli della chitarra ti prego di rivolgerti a chi ahimè ne mastica.
Ti assicuro che sia Vai che Van Halen non sono paragonabili ai vari Impellitteri, Macalpine, Buckethead.
Nel senso che fortunatamente ancora esiste qualcuno che alla tecnica strabiliante riesce ad abbinare gusto e creatività.
Steva Vai, peraltro discutibile nella sua deriva hair metal, è un mostro di cui perfino Zappa non seppe fare a meno quando gli affidò le sue "impossible guitar parts".
Eddie lascio stare perchè è un terreno da battaglia sanguinolenta.
Nessuno come lui ha innovato il modo di suonare la chitarra rock, dopo Hendrix.
E non parlo dell'udo del tapping e dell'hammering che comunque Eddie non ha inventato ma ha saputo integrare nella struttura del solo come nessun altro prima di lui.
Parlo del tipo di suono che riusciva (ahimè ormai pare imbalsamato) a tirare fuori dalle chitarre che si costruiva da solo.
Intro come quella di "Fools" o pezzi inquietanto come "Cathedral" sono da manuale dello strumento.
E adesso chiudo la parentesi axemen.
E per fare una citazione giusta avresti dovuto citare altri nomi.

allelimo ha detto...
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allelimo ha detto...
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unwise ha detto...

sarà che io sono abituato a suonare dal vivo, cioè, o si sei o vai a casa...ma se uno viene a dirmi" dai suoniamo, ho delle grandi idee! non so stare a tempo, ma tanto ci pensa il computer..." si becca un vaffa gigante. sarò vecchio stile, ma non vorrei arrivare al punto in cui ad un concerto ci sono 4 sagome di cartone sul palco e un disco in playback. attualmente la chitarra è l'unico strumento (ancora per poco, immagino) che abbia bisogno di una mano umana. tutto il resto si può fare a macchina senza sforzo e con una precisione incredibile (e questo non è molto rock). la tecnologia è sempre un'arma a doppio taglio, ti aiuta a rifinire bene un prodotto, ma consente (purtroppo) a qualsiasi stronzo di sembrare quello che non è. almeno, una volta, per le cose che non che non riuscivano a fare, usavano nu'altra persona. adesso un programma. in principio può anche essere la stessa cosa, ma lo trovo pesantemente squallido.

allelimo ha detto...
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unwise ha detto...

la tecnologia è un po' come la tecnica. ci vuole un gran senso della misura per non farsi prendere la mano. ma se la tecnica a volte può prodursi in ridondanze eccessive (tipo assoli infiniti alla malmsteen), la tecnologia ha permesso che tiziano ferro (e addirittura la lecciso) facessero dei dischi, cioè ha praticamente reso superfluo il talento individuale. ovviamente questi sono estremi. ma la ragione principale per cui amo la musica degli anni 70 è la quasi identità fra quanto registrato e quanto si sentiva live (quindi, meglio suoni, meglio registri). perchè secondo me a spingere la creatività non è solo l'abilità tecnica, ma anche il limite della stessa. clapton non va veloce come steve vai, e guarda caso ha uno stile riconoscibile proprio per questo. se scavalliamo anche il limite tecnico, se mettere in fila dei campioni diventa "suonare", comincio a preoccuparmi. fra un po' si comincerà a considerare musicisti anche i dj?
e cmq sono discorsi pericolosi e anche un po' inutili...e cmq io sono ancora incazzato da quando, dopo aver suonato un pezzo per intero, aver ricevuto complimenti per il tocco, il gusto e bla bla bla, me l'hanno spezzettato incollato levigato etc. facendomi vergognare di dire che l'avevo fatto io. per fortuna non era il mio gruppo

allelimo ha detto...
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unwise ha detto...

ma la musica live è di per se "multitraccia"...ognuno ha il suo canale nel mixer! semmai il problema è che in studio si tende ad usarne un numero esorbitante, anche quando non è proprio necessario. avendo io avuto una formazione principalmente live, storco sempre il naso in questi casi, perchè preferisco che quello che c'è registrato sia riproducibile dal vivo. piuttosto che usare delle basi, preferisco avere qualche strumentista in più (magari un paio di coriste bone, perchè no). poi ovviamente da live a studio esistono delle differenze dianmiche che vanno compensate, ma eliminare artificialmente ogni errore è proprio il contrario del rock.se uno è preciso di suo, buon per lui, farlo sembrare perfetto non ha molto senso. troppe volte, di questi tempi, il disco finito è pesantemente diverso dalle tracce registrate all'origine, si può quasi dire che sia più opera dei tecnici di studio che dei musicisti, che proprio per questo diventano sempre più pigri (tanto poi si mette a posto). ma si fa prima così. una volta l'editing era talmente laborioso, che si faceva prima a cercare di suonare un po' meglio...l'unico "trucco" che ho usato io, è usare un plettro ogni tanto per avere più attacco

allelimo ha detto...
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