domenica 10 luglio 2011

Il Coguaro e Cenerentola



L'assassino, si dice, torna sempre sul luogo del delitto, ed anche noi dell'Orecchio di Afrodite siamo tornati a Vigevano a 2 giorni di distanza dal concerto dei Black Crowes per vedere John Mellencamp.
Ieri sera meno zanzare e più Autan quindi nessuna puntura per il sottoscritto, ottimo preupposto per una serata che avevo atteso con grande trepidazione.
Purtroppo dopo la delusione per la brevità della performance dei Black Crowes anche il Puma dell'Indiana mi lascia coll'amaro in bocca rimanendo sul palco poco più di 90 minuti e ci manda a casa a mezzanotte in punto come una Cenerentola del terzo millennio.
Nonostante ciò c'è da dire che gli anni non hanno scalfito la grande bravura del 60enne rocker americano che malgrado 45 anni di tabagismo conclamato sfodera una voce più graffiante che mai.
Si parte con Authority song dall'album Uh! Uh! che sarà insieme a Scarecrow e The Lonesome Jubilee il più saccheggiato della scaletta.
Ci rimango un po' male perchè alcuni superclassici tipo Human Wheels, Wild Night, Get a leg up, Hurts so good e Key West Intermezzo vengono lasciati in soffitta, ma ne ero consapevole in partenza. Ho apprezzato particolarmente la rilettura acustica di Small Town e le coinvolgenti interpretazioni di Save some time to dream e Jackie Brown.
Da vecchio fan di John e da rockettaro incallito quale sono mi esalto con le versioni molto energiche di Crumblin' Down e Rain on The Scarecrow che anticipano di poco il gran finale rappresentato da Pink Houses e R.O.C.K. in the U.S.A che potete rivivere nell'autarchico video inserito ad inizio post.
Noto con un certo stupore che benchè il target medio dei presenti sia decisamente più attempato rispetto a quello dei Balck Crowes il pubblico è molto più agitato di 2 giorni prima ( vecchietti malefici ! ).
A margine della serata 2 note particolarmente gradite : un ottimo panino al prosciutto cotto tartufato con patè di fegato d'oca e camambert gustato prima di entrare al castello e l'immenso piacere di avere conosciuto di persona Paolo Vites, una delle firme più prestigiose della critica musicale nazionale.

1 commento:

Leandro Giovannini ha detto...

bello, meno male che dal vivo è ancora bello roccioso, ultimamente mi sembrava un po' troppo "acustico".
e non ci son zanzare che tengono.