lunedì 19 agosto 2013

Le guerre civili che non capisco



Tranquilli, non fatevi ingannare dal titolo del post, non vi voglio propinare una mia interpretazione dei fatti egiziani di questi giorni, in realtà volevo solo esporvi alcuni dubbi a riguardo di quello che ottiene dei riscontri sorprendenti nel panorama musicale internazionale di questi tempi.
Prendo come spunto la classifica degli album più venduti e scaricati ( legalmente ) sul territorio americano.
La settimana scorsa svettava alla numero 1 di Billboard il nuovo album del duo The Civil Wars, lavoro molto sponsorizzato dalla critica di settore . Come ho detto e ripetuto all'esaurimento il mio non è un processo al gusto altrui che è soggettivo e quindi non biasimabile, trovo però che sia curioso il fatto che negli ultimi anni capiti spesso che arrivino al primo posto della classifica statunitense opere non pronosticabili ( anche se ormai lo sono diventate ) tipo Vampire Weekend, Arcade Fire, Decemberists e chi più ne ha più ne metta.
In altri tempi generalmente chi raggiungeva questa posizione condizionava il sound del momento e lasciava tracce indelebili con canzoni che si ricordano ancora oggi a decenni di distanza ( R.E.M, Pearl Jam, Metallica, Red Hot Chili Peppers etc ). Evidentemente questo oggi non succede più, dato che sfido chiunque a citarmi una canzone dei gruppi appena nominati che sopravviva nella memoria delle masse per più di 6 mesi ( se va bene ). Con questo non sto assolutamente dicendo che questi prodotti facciano schifo ( tutt'altro ), ciò non toglie che faccio fatica a ravvisare tra le loro caratteristiche la qualità che le rende indimenticabili.
A questo proposito ho inserito ad inizio e fine post i primi due singoli dei Civil wars, canzoni raffinate e gradevoli, ma francamente non riesco a vedere l'autotrasportatore del Nevada o la cameriera di un Diner di St Louis che se le fischiettano allegramente.

3 commenti:

Blackswan ha detto...

Incredibile ! Abbiamo pubblicato lo stesso post ! :)
Per il resto condivido la tua riflessione sullo stato attuale della musica.Anche se, vorrei soggiungere, noi siamo in Italia, ma negli Stati Uniti,certi artisti(il primo che mi viene in mente è Eric Church, che con un solo disco vende più di un milione e mezzo di copie)si fanno ricordare eccome. Siamo un pubblico dai gusti più raffinati,probabilmente,o forse ci aspettiamo sempre troppo dalla musica(soprattutto la nostra generazione che ha vissuto di prima persona epoche musicali travolgenti).

Irriverent Escapade ha detto...

Mi lego al pensiero di Black, al punto in cui dice che noi abbiamo gusti più raffinati...Noi arriviamo sempre (quantomeno molto spesso) dopo ma ci arriviamo bene. Oltre a tante brutte cose, nella nostra mappa genetica c'è un certo spiccato gusto per il bello e il ben fatto.
All'inizio possiamo farci attrarre dagli specchietti ma poi cerchiamo di vedere cosa ci stia dietro.
Concordo ancora con Black rispetto poi alla fortuna della nostra (e ancor più della precedente) generazione di aver potuto godere di Artisti meravigliosi. Le compagnette di mia figlia (8 anni) conoscono a memoria l'opera omnia di Marco Mengoni. Devo aggiungere altro?
Gosh

Nella Crosiglia ha detto...

Nulla da eccepire caro Euterpe, anche se sinceramente i pezzi mi piacciono...
Indubbiamente non so se già arriveranno ai sei mesi, e non credo che la cameriera del Wisconsin la canticchierà ai tavoli...
Comunque non male sentirli, grazie come sempre++++++