...non ti devi occupare dei tuoi figli,l'Universo si occupa di loro!
ma l'Universo non paga l'affitto...
Due ore e 18 minuti per accompagnare Uxbal (Javier Bardem) verso la sua fine.
Un cammino difficile e doloroso tra le vie della periferia barcellonese in un continuo dialogo con la morte che tradisce le origini messicane del regista.
Bardem deve sistemare troppe questioni lasciate in sospeso nel mondo terreno per potersene andare in pace;non ha abbastanza tempo,ma ci deve provare.
Lo deve fare per i due figli che ha paura di lasciare soli troppo presto come solo lo ha lasciato suo padre andandosene prima che lui nascesse.
Attraversando la tempesta di sabbia(sfruttamento dell'immigrazione, malattia, povertà, violenza,corruzione, tossicodipendenza)con Uxbal, lo spettatore assiste al passaggio di consegne(anello) tra un padre che decide di non aggrappparsi alla vita come fà la gente sciocca e una figlia che gli resta vicino fino al suo ultimo respiro promettendogli di non dimenticarlo.
Il vero pugno nello stomaco per lo spettatore è forse la realizzazione dell'impossibilità di decidere quanto e,a volte,come vivere.L'unica consolazione è quella di cercare di aggiustare il tiro sperando che a chi viene dopo di noi vada meglio.
4 commenti:
Visto ieri sera al cineforum.
Bardem: incommensurabile, inquietante nella sua infinita bravura.
Inarritu: volevo segnarmi sull'agenda di non andare mai più a vedere un suo film dopo aver visto 21 grammmi, ma non l'ho fatto e mi son dimenticato, così ieri sera son ricaduto. 2 ore e 18 minuti di noia, supponenza, confusione. Del tutto sopravvalutato Inarritu, anzi proprio insopporatbile.
Davvero tosto.
Non mi erano dispiaciuti 21 grammi e soprattutto amores perros... forse un po' prolissi e "urlati", ma qualcosa dentro ti lasciavano... di questo non so ancora dirvi.
ho amato molto babel e 21 grammi, questo ancora non l'ho visto, ma lui (inarritu) è uno che ti devasta
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