venerdì 31 gennaio 2014

Chiedetegli chi erano i Beatles



Qualche mese fa ascoltando il Cd allegato al numero di Uncut venni attirato dalle sonorità di questa band americana ma evidentemente influenzata dal rock psichedelico inglese della seconda metà degli anni 60.
Loro si chiamano The Sufis e il brano in questione si intitola No Expression. Per coerenza con i miei gusti musicali all'inizio ho apprezzato particolarmente il pezzo in questione, ma già al secondo ascolto il dubbio si stava insinuando per poi lasciare il posto ad una certezza, difatti non si trattava altro che di un travestimento, neanche molto riuscito, del classicissimo che inserisco qui sotto.
Potrei anche sbagliarmi..... che ne dite?

giovedì 30 gennaio 2014

Lo zucchero della Luisiana



Mi sono imbattuto circa 1 mese e mezzo fa nella recensione dell'album dal titolo Cane Sugar della Honey Island Swamp Band, dopo avere ascoltato il primo estratto Change my ways ( che vi offro qui sopra ) ho subito compreso che questi rocker sudisti potevano fare al caso mio.
Se vi piacciono i Lynyrd Skynyrd ed amate la Allman Brothers Band è possibile che possiate trovare interessante il sound di questo gruppo che ripropone fedelmente i canoni di un genere davvero tipico del Sud degli Stati Uniti e che ancora oggi raccoglie un sacco di consensi.
Per completezza di informazione qui sotto vi propongo un altro estratto di buona qualità dal titolo Prodigal Son.

mercoledì 29 gennaio 2014

Classic Hard Rock



Certi generi non muoiono mai, può essere che per un po' di tempo vengano messi un po' da parte, ma prima o poi si ripropongono. Ed eccoci quindi ad accogliere l'ennesimo supergruppo nel campo dell'Hard Rock, protagonisti del trio The Winery Dogs sono tre vecchie conoscenze di chi ama questo genere : Ritchie Kotzen ( chitarra e voce ) guitar hero anni 90 con esperienze nei Poison e nei Mr Big, Billy Sheeran ( basso ) ha suonato nei Mr Big e con David Lee Roth e Steve Vai ed alla batteria Mike Portnoy che ha picchiato per una vita sulle pelli dei Dream Theater. L'album è uscito nella seconda parte del 2013 e ricalca i canoni classici del genere, con un po' di pazienza ci si possono ritrovare un sacco di riferimenti storici cominciando dai Led Zeppelin e i Cream per arrivare ai Van Halen senza dimenticare una forte componente Hair Metal,
questo per il disgusto di molti e la gioia ( intensa ) di pochi. Ad inizio post il primo singolo Elevate e qui sotto Time Machine con tanto di assolo alla Eddie Van Halen. Si potrà accusarli di tutto tranne che di essere derivativi perchè quando si affermava questo genere loro ne facevano già parte.

giovedì 23 gennaio 2014

Dov'è la differenza ?



Premetto che questo non è un post polemico, tanto meno lo vuole essere nei confronti dell'amico Balckswan che ha appena pubblicato sul suo blog Come un Killer sotto il sole un articolo sul nuovo album di Rosanne Cash. Come già scritto nel mio commento alla recensione sull'album di Rosanne Cash non comprendo tutto questo entusiasmo per un prodotto assolutamente ben confezionato ed ottimamente interpretato, ma come tantissimi altri nella storia del Country-Folk-Blues degli ultimi 40 anni. A questo punto ,per coerenza, mi aspetto che anche il nuovo album di Jennifer Nettles dal titolo That Girl, la cui title-track potete ascoltare ad inizio post, venga incensato come un capolavoro assoluto del genere. In caso contrario spiegatemi la differenza perchè io proprio non ce la vedo. A volte si può discutere della differenza di gusti, ma qui mi sembra che si stia parlando dello stesso genere, che peraltro nessuna delle 2 cantanti in questione ha inventato. Per completezza di informazione pubblico qui sotto uno dei brani migliori , a mio avviso, dell'album di Rosanne Cash.

lunedì 20 gennaio 2014

Le Penne Selvagge



Ancora una volta verrebbe da dire niente di nuovo sul fronte occidentale. Sono infatti qui a dirvi due cosine su una nuova band di origini texane ma di fatto formatasi a Nashville. Si chiamano The Wild Feathers ed hanno pubblicato il loro primo disco di cui ad inizio post potete ascoltare l'ultimo estratto dal titolo Hard Wind. Quattro ragazzi cresciuti in una sana cultura Rock della tradizione ( Zeppelin, Young, Petty etc ).
Taluni si accontenterebbero di definirli American Roots, per quanto mi riguarda li potrei accostare ai Gin Blossoms degli anni 90. In alcuni brani potrebbero fare la gioia dei fans dei Black Crowes ma senza essere cosi Blues, in altri ricordare anche i Counting Crows ma con un impegno lirico senza dubbio inferiore.Qui sotto vi aggiungo il primo video che hanno prodotto dal titolo Backwoods Company ed a seguire il pezzo più Nashvilliano dell'album dal titolo The Ceiling. Come il 99 per cento delle nuove proposte odierne non aggiungono nulla a quanto si sapeva già ma per lo meno lo fanno bene.



venerdì 17 gennaio 2014

Sorellastre



Non mi è mai piaciuta la musica tradizionale indiana, motivo per cui, durante l'ascolto del Concert for Bangladesh, la facciata dedicata a Ravi Shankar la saltavo a piè pari. Fu infatti una grande sopresa apprendere che la bravissima Norah Jones era figlia del compositore indiano visto che aveva seguito un percorso musicale piuttosto distante dalle orme paterne. Bene, dopo la cocente delusione dell'esperimento dell'album condiviso con Billy Joe Armstrong dei Green Day, prodotto che mi ha lasciato piuttosto tiepido, ecco la Nostra prestarsi ad una collaborazione in famiglia con la sorella consanguinea Anoushka Shankar che ha da poco pubblicato un album dal titolo Traces of you.
Il primo singolo l'ho inserito ad inizio Post,  porta lo stesso titolo dell'album e mi piace davvero tanto.
Purtroppo nel disco gli episodi in cui la voce di Norah si sovrappone alle musiche di Anoushka sono solo tre su tredici, qui sotto potete ascoltare The sun won't set e chi vorrà potrà anche ricercare la terza ed ultima track condivisa dal titolo Unsaid.
Il resto dell'album è strumentale e non incontra completamente le mie esigenze musicali, malgrado ciò , vista comunque la bontà dei pezzi realizzati in coppia posso con tutta tranquillità affermare : evviva le famiglie allargate!

mercoledì 15 gennaio 2014

Il Folk tradizionale



Negli ultimi anni sembra che non se non suoni musica Folk non sei nessuno, non sei alla moda, non sei un musicista serio. C'è da dire che sulla questione del gusto personale è inutile insistere, certe cose a qualcuno piacciono mentre ad altri no, e nessuno ha torto o ha ragione , che sia così quindi con buona pace di tutti.
Per coerenza comunque mi piacerebbe far notare che taluni prodotti come Mumford and Sons o Lumineers, di grande successo commerciale, non sono esattamente Folk tradizionale ma sono un compromesso tra certe sonorità della tradizione ( soprattutto anglosassone e celtica ) con le  esigenze di un  Pop Mainstream che prova a cambiare veste. A questo riguardo volevo proporre alla vostra attenzione un artista della periferia nord di Londra che risponde al nome di Sam Lee che, con il suo album Ground of its own del 2012, ha ricevuto importanti riconoscimenti in patria. Le canzoni che fanno parte del disco non sono composizioni originali del cantante ma il frutto di una ricerca effettuata nellle Isole Britanniche che lo ha portato a rielaborare pezzi classici della musica Folk di quelle terre. Ad inizio post esordiamo con The ballad of George Collins  e qui sotto chiudiamo con Good Bye my darling.
A me piacciono molto, anche se mi rendo conto della loro limitata commerciabilità, ciononostante that's the real Folk Music!

venerdì 10 gennaio 2014

Vecchi suoni dalla Nuova Canterbury



Scoperti da poco tempo, anche se in attività dal 2011, i Syd Arthur sono un quartetto originario di Canterbury che ha pubblicato un album dal titolo On and On ( di difficile reperibiltà in rete ) nel 2012 ma che è stato pubblicizzato nel 2013. Per loro stessa ammissione i punti di riferimento musicali datano tra la fine degli anni 60 ed i primissimi anni 70 con particolare attenzione ai Soft Machine, veri e propri pionieri di quel Canterbury Sound che mischiava Prog Jazz e Psichedelia.
Ad inizio post vi propongo uno dei 2 video ufficiali prodotti per promuovere l'album che s'intitola Ode to Summer. Qui sotto invece il mio brano preferito del disco che s'intitola Moving World e che è scaricabile gratuitamente dal sito della band.
Per molti ma non per tutti.